Autore: Dr. Filip Dudal D.O.
Institute for Functional Medicine Certified Practitioner (IFMCP) USA
www.osteopatia-still.com

PANCIA GONFIA: La Sindrome della Fermentazione Intestinale

La fermentazione intestinale, che porta la pancia a gonfiarsi, è molto comune fra gli adulti di entrambi i sessi ma anche nei bambini e molto spesso viene sottovalutata ed  affrontata in modo incompleto. Oltre al gonfiore intestinale, possono essere presenti flatulenza, diarrea, alternanza di diarrea e stitichezza, dolore addominale, nausea, perdita di appetito, reflusso gastro-esofageo (GERD), e sonnolenza.

Quali sono le condizioni perché avvenga una buona digestione e assimilazione senza fermentazione ?

Una buona digestione richiede che ci siano:

  • un buon equilibrio della flora intestinale,
  • i diversi succhi digestivi prodotti dallo stomaco, dal fegato, dall’intestino tenue e dal pancreas,
  • un tempo di masticazione che permetta all’individuo di sminuzzare quanto ingerito e che può dare inizio alla digestione che si opera nel cavo orale tramite gli enzimi presenti,
  • una buona tolleranza ai cibi ingeriti,
  • uno stato di rilassamento che permetta di prendere il tempo per consumare il pasto e che non sia soggetto ad uno stato di stress che verrebbe a disturbare gli impulsi neurologici che governano i movimenti del tratto digestivo e il secernere degli enzimi,
  • un’assunzione solo molto limitata e temporanea dei medicinali della classe degli inibitori della pompa protonica (IPP). Infatti, la loro assunzione prolungata che si osserva comunemente nei pazienti, può provocare la sindrome SIBO (Small Intestin Bacterial Overgrowth – Sovracrescita Batterica Intestinale).

Sappiamo che gli acidi presenti nello stomaco, sono responsabili dell’uccisione di quei batteri e funghi patogeni che si trovano sulla superficie dei cibi non cotti o bolliti. La presenza di questi acidi prodotti dallo stomaco, permette che tali ceppi patogeni non arrivino nel tratto digestivo sotto-stante, cioè l’intestino tenue e nel colon. Se l’acido che uccide questi patogeni viene a mancare in modo cronico, dovuto al fatto che l’individuo assume gli inibitori di pompa per un tempo prolungato, questi organismi riusciranno ad arrivare nell’intestino dove inizieranno, indisturbati, a proliferare e creare una situazione di squilibrio della giusta flora intestinale (disbiosi intestinale). Inoltre, sappiamo che la SIBO porta ad una condizione clinica caratterizzata da una sindrome di malassorbimento.

Il 50% degli individui che assumono IPP, presentano una sindrome SIBO. Inoltre, è interessante notare che la severità dei sintomi legati alla SIBO PPI-indotta aumenta con la durata della terapia con gli IPP. I diversi inibitori di pompa protonica (IPP), cosi-detti anti-acidi sono spesso percepiti solo come protettori gastrici e non come anti-acidi che disturbano la normale flora intestinale.

Gli IPP più comuni sono:

  • omeprazolo (Antra®, Mepral®, Omeprazen®)
  • lansoprazolo (Lansox®, Limpidex®)
  • esomeprazolo (Nexium®, Lucen®)
  • pantoprazolo (Pantorc®, Pantopan®)
  • rabeprazolo (Pariet®)

 

La classe dei medicinali inibitori di pompa protonica (IPP), rappresenta in Italia il 12% della quantità totale dei medicinali prescritti e si trova al primo posto nella classifica di tutti i medicinali venduti annualmente nel paese.

Quali sono le analisi  che possono  al meglio stabilire le vere cause del problema fermentativo ?

  • un esame del sangue che rivela se si è in presenza di ipersensibilità alimentari (IgG alimentari), di allergie su base alimentari (IgE alimentari), del morbo celiaco (sierologia celiaca) o del NCGS (Non Celiac Gluten Sensitivity) che corrisponde ad una forma di accentuata sensitività al glutine ove però non si tratta di morbo celiaco conclamato.
  • un esame delle intolleranze alimentari, ad esempio l’intolleranza al lattosio. Quest’ultima è dovuta al deficit dell’enzima lactase capace di digerire il lattosio ovvero la frazione glucidica del latte. Le frazioni proteiche del latte (caseina, alfa-lacto-globulina e beta-lacto-globulina vengono digerite dagli enzimi denominati proteasi.
  • un esame che stabilisce il tasso di Zonulina. La Zonulina è una molecola che è presente quanto esiste una condizione di “Intestino Troppo Permeabile”, (Leaky Gut). Rimando il lettore al mio articolo pubblicato sul sito osteopatia-still.com: “Disturbi Correlati al Consumo del Glutine”.
  • un esame eseguito su 3 campioni delle feci (Comprehensive Stool Test) che rivela: i diversi componenti della normale flora intestinale e la loro importanza in numero delle diverse popolazioni, la presenza di batteri patogeni o di funghi patogeni come la candida albicans , la presenza di parassiti presenti (vermi, protozoi etc), la presenza di possibili deficit dei diversi enzimi digestivi e pancreatici, la presenza di sangue occulto, il tasso dei diversi indicatori dell’infiammazione intestinale ivi compresa la calprotectina fecale, e la presenza di grassi e proteine non digerite. Questo test molto completo permette di individuare problemi di maldigestione, d’infiammazione intestinale, di disbiosi della flora intestinale, dei squilibri di diversi metaboliti e infine, dei stati di infezione intestinali.
  • un esame del sangue che stabilisce quali sono i metaboliti che vengono malassorbiti dall’intestino infiammato come per esempio il ferro, lo zinco, l’acido folico, la vitamina B12 etc.
  • un diario alimentare tenuto dal paziente per un periodo di una settimana, ove indica i cibi e le bevande assunti e l’ora della giornata alla quale li ha ingeriti, fornisce importanti informazioni sullo stile abituale della sua alimentazione. Troppo spesso, in presenza di reflusso gastro-esofageo, vengono prescritti farmaci anti-acidi della classe degli IPP, senza valutare attentamente l’alimentazione del paziente.

 

Quali sono i prodotti della fermentazione ?

La fermentazione di tipo alcolica produce alcol e il gas anidride carbonica, ed è così anche per la fermentazione intestinale. E’ proprio questo fenomeno che produce la sonnolenza di chi è in preda alla fermentazione intestinale cronica. Il cervello, dunque inizia ad avere problemi di concentrazione e attenzione e gli individui possono manifestare sintomi di ubriachezza, disorientamento e vertigini. Sono diffuse le ricerche pubblicate negli anni recenti, che riguardano persone alle quali viene rilevata nel sangue una quantità di etanolo prodotta mediante la fermentazione intestinale endogena degli amidi. Tale sindrome è conosciuta con il nome di ABS (Auto Brewery Sindrome) cioè tradotto letteralmente come Sindrome Auto Birrificio. La produzione di alcol avviene tramite la trasformazione degli zuccheri semplici come il fruttosio in etanolo.

La fermentazione alcolica viene operata da specifici batteri denominati Saccharomyces Cerevisiae presenti nel lievito di birra così come nella buccia dell’uva. La fermentazione alcolica è responsabile del fenomeno comune della lievitazione del pane.

 

La fermentazione di tipo lattico si riscontra nei muscoli, nel tratto gastrointestinale e nella vagina. Consiste nella trasformazione di zucchero, come il glucosio, con produzione finale di acido lattico. L’acido lattico prodotto viene poi metabolizzato dal fegato. La fermentazione lattica in assenza di ossigeno, si riscontra anche ad opera dei lattobacilli che popolano normalmente l’intestino umano.

Quali sono i cibi che possono mantenere lo stato di fermentazione intestinale e che sono quindi da eliminare ?

In natura, cosi come nel nostro tratto digestivo, la fermentazione viene sostenuta:

  • dai lieviti: vanno dunque eliminati tutti i prodotti da forno che contengono lievito madre, di birra o altro lievito,
  • dalle muffe e dai funghi: vanno eliminati tutti i cibi che contengono funghi e muffe. Sono i latticini fermentati come il formaggio stagionati ivi compreso il grana e il parmigiano, lo yogurt. Sono il vino, la birra, l’aceto, la salsa di soia, l’alcol. Sono il legumi che sono uno substrato facilmente fermentativo,
  • dai zuccheri semplici quali glucosio e fruttosio: vanno eliminati marmellate, dolci, caramelle, cioccolato con percentuali di cacao sotto gli 85%, miele, sciroppi, bibite gassate contenenti zucchero. Va eliminato lo zucchero aggiunto nel tè, nel caffè, sulla frutta etc.,
  • da tutti i carboidrati:

Un grammo di farina di qualsiasi cereale, un grammo di riso, un grammo di pasta, corrispondono tutti ad un grammo di zucchero.

  • Se nel piatto troviamo 80 grammi di pasta, riso o pane, questo quantitativo di carboidrato qualsiasi esso sia, corrisponde a 80 grammi di zucchero,
  • dalla frutta ad alto contenuto di fruttosio: i frutti che contengono meno zucchero sono i frutti di bosco (fragole, more, lamponi). I frutti che contengono più zucchero sono la banana e l’uva,
  • succhi di frutta: 100 ml di succo naturale di spremuta di arance, contiene 12 grammi di zucchero,
  • dai vegetali ad alto contenuto di zucchero. Tutti i vegetali che crescono sotto terra, hanno un alto contenuto di zuccheri. Sono per esempio le patate, le carote, le cipolle, e la barbabietola da dove si estrae lo zucchero. Se si prende un estratto o una centrifuga a base di verdura, è bene che sia preparato solo con vegetali che crescono sopra la terra (ad esempio, pomodori, cetrioli, finocchi, sedano etc.),
  • i cibi industriali ad alto contenuto di zucchero: salse come il ketchup, merendine, marmellate, bibite, nutella, etc. I succhi di frutta industriali contengono zuccheri aggiunti. La dicitura “senza zucchero aggiunto”che si può leggere sulle etichette, non significa che nessun zucchero è stato aggiunto. L’industria alimentare misura il contenuto in zucchero del frutto immaturo e il contenuto in zucchero del frutto maturo. Poi, coglie i frutti immaturi e ne produce un succo. La differenza di zucchero tra frutto immaturo e maturo viene poi aggiunto in modo sistematico. Lo zucchero viene considerato aggiunto solo se si addiziona ad un livello di frutto già maturo. I succhi industriali spesso, a scopo conservativo, contengono zuccheri diversi dal glucosio e dal fruttosio.

I cibi fermentativi andranno eliminati o ridotti secondo il grado di severità della sindrome fermentativa. Tale nuova abitudine alimentare andrà mantenuta fino a ripristino delle normali condizioni che sostengono una buona e sana digestione-assimilazione.

Alcuni stili di abitudini alimentari, come l’alimentazione vegana e vegetariana, contiene un alto grado di cibi fermentativi.

 Perché allora, ci sono persone che adottano lo stile di vita vegano o vegetariano e che non hanno la pancia gonfia ? La risposta risiede nel fatto che questi soggetti hanno acquisito uno stato di calma interiore e della mente che non salta più da un’idea all’altra, come lo farebbe una scimmia che salta da un ramo all’altro. La “fermentazione mentale” che non cessa di produrre ideazioni e che sostiene uno stato di stress mentale auto-indotto, facilita la fermentazione intestinale.

 E dal punto di vista estetico ?

Esiste una correlazione tra pancia gonfia e viso gonfio. Già nei primi anni del ‘900, il Dott. Franz Mayr esaminò le rughe e il gonfiore del viso dei suoi pazienti e scoprì che esiste una correlazione tra addome gonfio e flaccido e tessuti gonfi e flaccidi del viso. Un’alimentazione ricca in cibi fermentativi, accelera il processo di invecchiamento del volto e dell’organismo in generale. Gli alimenti come il latte, i latticini che contengono muffe, i cereali e i zuccheri vengono solo parzialmente digeriti dagli enzimi gastrointestinali e pancreatici. Questi cibi incompletamente digeriti costituiscono il substrato sul quale possono proliferare i lieviti, favorendo così la dominanza dei lieviti e lo squilibrio della normale flora intestinale. E’ proprio questo processo fermentativo che è alla base dello sviluppo della Candidosi Intestinale cronica. Spesso la presenza cronica della Candida Albicans nell’intestino, costituisce un serbatoio per lo sviluppo recidivante della Candida vaginale.

I deficit ormonali possono influire sulla pancia gonfia ?

Assolutamente si. L’ipotiroidismo ossia il  deficit in ormone tiroideo T3 mantiene una acloridria (mancanza di cloro necessari per i succhi gastrici) e uno stato di stitichezza. Nel concreto, le persone che non riescono ad ottenere una pancia senza gonfiore, devono sottoporsi ad un test che indaghi anche i tassi degli ormoni tiroidei T4 e T3 e non solo quello dell’ormone ipofisario TSH.

L’ormone Cortisolo, prodotto dalle ghiandole surrenali, aumenta la glicemia e riduce l’infiammazione. Inoltre tende a diminuire l’attività del sistema nervoso simpatico responsabile dell’eccitazione neuro-vegetativa del tratto gastro-intestinale e della produzione degli enzimi digestivi. Uno stato di stress richiede molto cortisolo e in una situazione di deficit in cortisolo l’eccitazione del sistema neurologico gastroenterico aumenta. Tornando all’argomento precedente, un viso gonfio viene sempre riscontrato in quelle persone che presentano un importante deficit in Cortisolo.

Il deficit dell’ormone Progesterone, il cui ruolo è anche di frenare la dominanza dell’estrogeno, provoca un addome disteso con aumento del grasso addominale e possibile dolore alla palpazione dovuto all’infiammazione del grasso addominale. I disturbi del ciclo mestruale possono essere responsabili della pancia gonfia, senza che ci siano problemi alimentari o intestinali concomitanti.

I deficit dell’ormone Testosterone, sia nell’uomo che nella donna, possono portare ad una minor movimento dei muscoli lisci del tratto intestinale e alla stitichezza che ne risulta.

 Il Test in Pizzeria

Il miglior test pratico e veloce che chiedo ai miei pazienti che soffrono di pancia gonfia é:

Se mangiate una pizza preparata in pizzeria e che l’accompagnate con  vino o birra con un dolce o frutta in finale, come vi sentite con la pancia?

Se esistono le condizioni di deficit enzimatici, disbiosi, intolleranza, ipersensibilità alimentare, mancata masticazione incompleta, assunzione prolungata di farmaci anti-acidi inibitori di pompa (IPP) o stress, il paziente avvertirà da subito e nei giorni seguenti i sintomi caratteristici della fermentazione intestinale.

La pizza contiene una farina a base di un cereale, latte e lievito. La birra contiene lievito di birra, il luppolo che è un cereale e alcol. Il pomodoro che non è una verdura ma bensì un frutto, contiene lo zucchero fruttosio. Tutti questi ingredienti sono altamente fermentativi.

Conclusione

La fermentazione intestinale è un fenomeno che ha bisogno di diverse condizioni per verificarsi. Un attenta valutazione dello stile di alimentazione del paziente e i test specifici del sangue e delle feci, permettono di individuarne le con-cause e di stilare un trattamento personalizzato efficace. Lo schema alimentare più idoneo per tornare ad una pancia piatta e ad un viso tonico e privo di gonfiore, è la cosiddetta dieta Paleo.

In alcuni casi di obesità e/o diabete di tipo 2 e in presenza di un buon tasso di filtrazione renale (tasso della creatinina), può essere indicata una dieta di tipo chetogenica che apporta un massimo equivalente tra i 20 e i 50 grammi di zucchero al giorno, sapendo che il consumo medio di zucchero della dieta standard a livello europeo e USA è di 300 grammi al giorno. Questo alto tasso di zuccheri e carboidrati nell’alimentazione giornaliera, contribuisce a ridurre la longevità e la qualità di vita di tante persone, adulti e bambini.

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